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Home / Corpo e Mente / Ci vorrebbe un amico sempre al mio fianco
Antonello Venditti nel 1984. Oggi, il senso di questa canzone ripiomba fortemente a distanza di ben 38 anni. La pandemia, ancora non terminata, ha richiesto tanto supporto individuale. Basti pensare a quante persone siano rimaste isolate in quarantena perché hanno contratto il Covid e hanno avuto bisogno di un video consulto medico e di assistenza psicologica. Ad esempio, il servizio Doc 24 ha aiutato tante persone a rimanere meno sole, avendo l’opportunità di essere assistiti da un medico a distanza durante il periodo della malattia, che come ben sappiamo richiedeva un esilio dalla vita familiare e sociale. I vari lockdown hanno poi incrementato il disagio sociale causato da un radicale cambiamento di stile di vita. Infatti, l’assenza di incontri, feste e occasioni per conoscersi hanno relegato l’individuo ad una forma di solitudine mai provata prima. A ciò si aggiunge l’accelerazione nell’uso di social network e smartphone che hanno indotto ad una vera dipendenza digitale, soprattutto negli adolescenti. E se un tempo si giocava per strada e nei cortili, che diventavano una forma di aggregazione sociale spontanea, oggi le relazioni si intrattengono nelle piattaforme digitali che ci fanno sembrare tutto possibile e alla nostra portata, ma in realtà tutto umanamente distante. Stiamo davvero trascorrendo una vita vera? Oppure stiamo vivendo un’esistenza ovattata e appesa ad una linea internet nelle nostre camere?
La risposta non è semplice e l’evoluzione delle relazioni umane è particolarmente complessa. Quello che possiamo dire è che gli estremi non hanno mai portato bene al benessere psicologico dell’uomo e quello che stiamo vivendo potrebbe essere una tappa di passaggio verso un nuovo equilibrio, dove le relazioni digitali e fisiche convivano pacificamente. Sicuramente, la pandemia ci ha detto chiaramente quanto sia importante la presenza di un amico nella nostra vita e di quanto il contatto umano faccia la differenza nei momenti difficili. Gli ultimi dati dell’Istat dicono che 1 italiano su 3 non esce nemmeno una volta a settimana con gli amici e sono circa 3 milioni le persone che vivono senza una rete sociale attorno. I dati non sono confortanti e celano una profonda solitudine presente nella nostra società, che va affrontata al più presto partendo già nel nostro piccolo. Sentiamo le persone più sole e coinvolgiamole in nuove attività, inseriamole nei gruppi e svaghiamoci con loro. Ci accorgeremo così di poter stare tutti meglio e mandare in soffitta la solitudine, una volta per sempre.
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